"Nuovo" contratto integrativo: i passatempi preferiti dall'amministrazione sono attendismo e "tira a campare"
Care/i colleghe/i,
finalmente è giunto il momento della sottoscrizione del contratto integrativo di ministero, un contratto che sta già invecchiando.
Ma, visto che non stiamo dissertando di vini o eccellenze enologiche, l’invecchiamento di questo contratto non è affatto un pregio……
Ricordiamo a tutti i colleghi, come si stia discutendo dallo scorso anno del nuovo ordinamento e delle cosiddette famiglie professionali: di bozza in bozza si è giunti ad una ultima versione che, grazie all’impegno di questa sigla sindacale e non solo, almeno evita ambiguità e confusioni in merito ai settori amministrativi ed economico finanziari, ma purtroppo non prevede il cambio di famiglia su base volontaria, come accadeva precedentemente.
Per il resto è il solito giochetto del temporeggiare e dilazionare questioni fondamentali per l’immediato futuro lavorativo del personale, ad esempio le progressioni verticali da portare a termine improrogabilmente entro il 2024: rinviata entro marzo 2024 la discussione in merito ai criteri da adottare per il passaggio all’area superiore di 653 colleghi, come specificato in dichiarazione congiunta.
Così come è rinviata al primo semestre 2024, qualsiasi confronto per i posti da destinare alle Elevate Professionalità, verso le quali l’amministrazione non sa che pesci prendere, visto che dovrebbe essere una operazione a costo zero mentre la USB Interno ha dimostrato come ricavare queste risorse ( vedi nota allegata 20.12.22).
Nulla sul welfare integrativo, nulla su iniziative di sostegno alle categorie più fragili, come i disabili.
Nulla in merito a misure inerenti sicurezza e salute sul lavoro, considerato lo stato pietoso in cui versano tantissimi uffici della ns. amministrazione, soprattutto in periferia, e viste le peggiorate condizioni di lavoro poco degne di un paese civile e di una amministrazione che dovrebbe fare della legalità e del benessere del personale la propria bandiera.
Lo straordinario ha visto un innalzamento del limite massimo individuale portato a 550 ore annue, salvo i vincoli e le disponibilità di bilancio, e, aggiungeremmo noi, salvo l’uso che se ne fa e l’allegra gestione per incrementare il servilismo, la divisione tra colleghi e la guerra fra poveri.
Siamo diffidenti, è vero, e, con il rispetto dovuto ad una importante amministrazione dello Stato, crediamo di poter affermare che il gioco dell’attendismo portato avanti dal Ministero, del temporeggiare, del rinvio permanente su questioni fondamentali, sia semplicemente un gioco che serve ad intorbidire le acque, a rendere tutto più difficile, e a rendere più lontana una auspicabile prospettiva di un miglioramento delle condizioni di TUTTI i lavoratori.
Ma proprio in virtù di questa prospettiva che riteniamo fondamentale in un momento di forte ripresa dell’inflazione, di fronte a un governo che invece di dar corso ad una sana e poderosa politica di aumento di stipendi e salari, preferisce distribuire paghette e ridicoli tagli del cuneo fiscale, continuando a finanziare guerre e sprechi vari, stavolta abbiamo deciso come USB INTERNO, nonostante tutto, di firmare questo contratto, dando la nostra adesione critica e antagonista, costruttiva ma determinata a tutelare l’interesse dei lavoratori.
Non siamo disposti a fare sconti a nessuno: il tempo dei rinvii e del tira a campare deve cessare!
Su questo incalzeremo l’amministrazione e vigileremo attivamente, ma al tempo stesso chiediamo la collaborazione di tutti i lavoratori, per continuare a fare sempre meglio la nostra parte di sindacato conflittuale.
Riportiamo di seguito alcune delle proposte che USB Interno ha avanzato con pedissequa attenzione volta alla difesa e salvaguardia di tutti.
Roma, 21 giugno 2023
USB PI – Coordinamento Nazionale Ministero Interno