VENDERE FUMO: L’ATTIVITA’ PREFERITA DAI SINDACATI COMPLICI.

Roma -

Come noto, il Ministro Brunetta è intervenuto, attraverso il DL 80/2021, a gamba tesa sulla materia contrattuale, disciplinando per legge e nella maniera peggiore, aspetti che dovrebbero essere oggetto del confronto sul rinnovo dei contratti, come l’ordinamento professionale e i passaggi di livello, sia orizzontali che verticali:

nessuna valorizzazione del personale, nessun riconoscimento della professionalità acquisita sul campo,

nessuna risposta al tema del diritto alla carriera!

Nel sopra menzionato Decreto Reclutamento tutto è declinato secondo il consueto e divisivo armamentario fatto di valutazione e selettività, con percorsi di carriera che trasformano il diritto soggettivo ad avanzamenti economici e professionali in una competizione tra lavoratori e lavoratrici, ove peserà il giudizio totalmente arbitrario del dirigente di turno.

E sicuramente non viene facilitata, come invece sbandierato, la mobilità del personale che in alcuni casi, come nella sanità, viene di fatto preclusa.
 
Orbene, alcuni giorni fa, un comunicato dei sindacati complici e “commensali” di Brunetta, sbandierando come fosse una “grande vittoria” la soppressione del parere favorevole dell’Amministrazione di provenienza in merito alla mobilità di personale fra le PA, proponeva ai vertici del Ministero dell’Interno una procedura di mobilità volontaria in entrata, in modo da poter consentire i trasferimenti ai colleghi che li attendono da una vita……


La scrivente OS si chiede: chi può mai desiderare di transitare nella nostra Amministrazione?

Come fanno alcune sigle sindacali ad essere talmente scollegate dalla realtà, da non vedere che tantissimi colleghi non desiderano altro che scappare dal nostro Ministero?  O piuttosto continuano a svolgere la loro attività preferita: vendere Fumo.


Altro che 6000 posti vacanti!

 

Si rischia che migliaia di colleghi inizino a pensare di migrare verso altre Amministrazioni, generando una grande fuga dal Ministero dell’Interno.


Un Ministero in cui non esistono possibilità di carriera, ove l’indennità di Amministrazione non è stata ancora adeguata a quella di altri Ministeri, nonostante i fondi siano già esigibili dal gennaio di quest’anno e la scrivente USB PI si sia mobilitata, presidiando e diffidando le Amministrazioni interessate, nel silenzio pesante e complice di altre sigle sindacali.
 
Parliamo di un Ministero, quello dell'Interno,  dove i colleghi della Area 1, sono proprio figli di un dio minore e restano bloccati nella loro area, senza possibilità di alcun percorso di carriera.

Sono ridotti ad andare in pensione con la medesima qualifica e posizione economica iniziale, dopo essere stati sfruttati come veri e propri “bancomat” ed aver contribuito, volens  nolens, alle famose progressioni economiche di tutti gli altri colleghi delle altre aree;


Sì, un Ministero in cui la contrattazione integrativa è ferma al 2010, in cui, a 40 anni dalla riforma della PS del 1981, il personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno è ancora discriminato e trattato come fanalino di coda: da ultimo esempio, immediato e non intercettabile come un vero e proprio schiaffo, funge il mancato, mai ricevuto, ufficiale "Grazie" da parte del Capo della Polizia nel suo discorso, tenutosi a Napoli solo alcuni giorni fa....

Soprattutto un Ministero in cui i carichi di lavoro sono seriamente aumentati e, in conseguenza di ciò, tante Prefetture si trovano  in gravi condizioni, a causa della notevole mole di lavoro e della contestuale protratta carenza di personale, e lanciano giustamente il loro grido di allarme, come quella di Monza ( di cui si allega copia ) e di innumerevoli altre.

Ormai il malcontento è trasversale e colpisce tutte le aree e tutti i profili in cui è suddiviso il nostro personale, passando, dagli Uffici di PS alle Prefetture, sino agli uffici ministeriali.

E’ necessario fare adesso un bilancio.

Noi di USB crediamo che una gran parte di responsabilità derivi per molti dal voler continuare a fare affidamento sui quei sindacati che si sono, a dir poco sempre, dimostrati complici con coloro che non hanno mai avuto a cuore l'interesse dei lavoratori, e che continuano a vendere Fumo.

Sarebbe ora di cambiare registro.

USB non si tira indietro e farà la sua parte: soltanto la lotta ed il conflitto possono produrre quella inversione di tendenza più che mai necessaria per contrastare la riforma, non dichiarata della PA del Governo Draghi, e per contrastare quella che si configura come l'ennesima malcelata stagione di attacco al settore pubblico ed ai lavoratori.

Stagione che si serve subdolamente di toni magari più pacati e suadenti, per infiocchettare però contenuti che, nella migliore delle ipotesi, non segnano alcuna necessaria discontinuità con la campagna mediatica contro i dipendenti pubblici, inaugurata nel 2008. E nel nostro Ministero, quello dell'Interno, la battaglia sarà ancora più dura e impegnativa.

 

È giunto il momento di dare più forza al sindacalismo conflittuale e di base.

Noi di USB siamo pronti a farci carico del  Rispetto dei Diritti dei Lavoratori.

Vi invitiamo a farlo insieme a noi.

 

USB PI- Coordinamento Nazionale Ministero Interno