PEREQUAZIONE FONDI RISORSE DECENTRATE L’INIZIO DI UN PERCORSO CHE RIPETE GLI ERRORI DEL PASSATO
Da tempo, come USB PI, avevamo detto e ripetuto, anche in tutte le assemblee tenute sui posti di lavoro, che la vertenza “A parità di lavoro parità di salario” non doveva ritenersi esaurita con i fondi per la sostanziale perequazione dell’indennità di amministrazione dei Ministeri perché era evidente, almeno a noi, la necessità di dover intervenire per eliminare la ormai sempre più evidente sperequazione tra i Fondi Risorse Decentrate (FRD) dei vari Ministeri. In buona sostanza, accade che se lavoro al Ministero X percepisco una quota di FRD di € 1.000 mentre se lavoro al Ministero Y percepisco una quota di FRD pari a € 2.500.
Non a caso il 14 Marzo è stato pubblicato il Decreto Legge n. 25 che prevede, all’articolo 14 comma 1, l’istituzione di un fondo di 190 milioni destinato alla progressiva armonizzazione dei trattamenti economici accessori del personale appartenente alle aree professionali e del personale dirigenziale dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Sia chiaro che le risorse stanziate non saranno sufficienti a realizzare una definitiva perequazione dei Fondi di tutti i Ministeri ma, sicuramente, possono essere un inizio di un percorso che dovrà necessariamente prevedere ulteriori finanziamenti.
A questo deve aggiungersi che è francamente agghiacciante ed inammissibile il ripetersi di errori marchiani già perpetrati a danno dei lavoratori in occasione degli stanziamenti per la perequazione delle indennità di amministrazione. Ancora una volta, infatti, tutti i lavoratori degli enti costituiti in forma “agenziale” ma riconducibili all’ex Comparto Ministeri rimarranno esclusi anche da questo adeguamento salariale.
Come USB faremo pressione affinché, nella fase di conversione del D.L. 25/2025, le risorse stanziate vengano destinate a tutti i lavoratori che ne hanno diritto e nel più breve tempo possibile.
Un’ultima parola la dedichiamo a quelle OOSS che si sono intestate la genesi di questa norma riconducendola, con triplo salto carpiato all’indietro, al rinnovo del CCNL Funzioni Centrali 2022/2024.
Possiamo capire che aver firmato un contratto che determina la perdita secca del 10% del potere d’acquisto dei salari, ormai certificata in modo inoppugnabile dai cedolini di NoiPa del mese di marzo, li induca a tentare l’impossibile ovvero a sostenere che norme autonome e del tutto estranee al percorso contrattuale rientrino, per una sorta di coincidenza astrale, negli aumenti contrattuali da loro stessi negati ai lavoratori. Quello che invece non riteniamo tollerabile è la pretesa di continuare a trattare i lavoratori delle Funzioni Centrali come incapaci ad avere una coscienza critica a cui può essere raccontato di tutto senza aspettarsi una qualche reazione.
HANNO GIÀ FATTO TROPPI DANNI! FERMIAMOLI!
IL 14, 15 e 16 APRILE VOTA E FAI VOTARE USB PUBBLICO IMPIEGO
USB PI MINISTERI
- Allegati:
DL_N_25____ATTO_COMPLETO____.pdf (Dimensioni: 384 KB, Ultima modifica: 19.03.2025)