Legge di bilancio 2026: oltre la vertiginosa impennata delle spese militari il nulla! Questo governo merita uno sciopero generale
E’ una legge di stabilità ipotecata e condizionata dalla guerra!
Lo abbiamo detto chiaramente al governo nell'incontro tenutosi oggi a Palazzo Chigi sulla legge di stabilitá.
Il piano Re arm Europe, l'adesione all'innalzamento al 5% del Pil per le spese militari della Nato che significa 130 miliardi in armi al 2035 e ben 23 miliardi aggiuntivi nel triennio 2025/3028, danno il segno di un vero e proprio sistema orientato in chiave bellica. Mentre per quel che riguarda le spese sociali (sanitá, scuola, pensioni) interviene la tagliola del Patto di stabilitá europeo.
I pochi e risibili interventi sul versante fiscale, i consueti aiuti alle imprese costituiscono la ricetta illustrata dal governo nell'incontro sulla legge di stabilità.
Una provocazione dopo l'altissima adesione agli scioperi generali del 22 settembre e del 3 ottobre e le oceaniche manifestazioni che hanno riempito ogni angolo del paese in queste settimane.
Le vere emergenze sociali, dalla sanita, alle pensioni, all'emergenza abitativa fino alla gigantesca questione salariale sono totalmente sacrificate sull'altare della guerra.
In un paese dove 3/4 dei lavoratori e delle lavoratrici percepiscono meno di 24.000 euro annui (circa 1000 euro al mese) occorre
alzare i salari mensili ad almeno 2000 euro netti in busta paga, agganciare i rinnovi contrattuali non al penalizzante indice Ipca ma all'indice Foi che tiene conto della perdita del potere d'acquisto dei salari delle famiglie di operai e impiegati e reintrodurre la scala mobile.
Sulla questione salariale all'interno di una articolata piattaforma sociale e sindacale l' Usb lancia la mobilitazione verso lo sciopero generale contro la guerra e la finanziaria di guerra.
Nei prossimi giorni presenteremo nelle assemblee cittadine la piattaforma USB, il 1 novembre una grande assemblea nazionale a Roma ci proietterà verso lo sciopero generale.
USB Confederale