USB NON FIRMA:"LA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO E’ IL PIU’ IMPORTANTE DEGLI OBIETTIVI".

IL NUOVO PROTOCOLLO ANTICOVID E’ PEGGIORE DEL PRECEDENTE: L’AMMINISTRAZIONE SUPERA SE’ STESSA, BLINDANDO IL TESTO, E RIUSCENDO A NON CITARE NEMMENO UNA VOLTA IL DLGS 81/08 SULLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO.

Roma -

 

Si è tenuto il 30 settembre il nuovo incontro tra OO.SS. e l’Amministrazione, riguardante il 2^ protocollo antiCOVID19. Nel corso della riunione, USB ha sottolineato preliminarmente che le buone relazioni sindacali tra Amministrazione e OO.SS. potrebbero permettere – soprattutto in un periodo assai complicato come quello che stiamo vivendo – di risolvere molte problematiche che in questa fase si stanno ponendo e si porranno anche nel breve futuro. Ma abbiamo avuto modo di verificare come, anche a livello centrale, ormai le relazioni sindacali siano pessime per totale responsabilità dell’amministrazione: buona parte delle proposte sono state ignorate, senza neppure motivarne il perché.

USB Interno ha ribadito che, in una fase così difficile e complicata per il Paese, caratterizzata da una fase di ripresa dei contagi, la questione prioritaria riguarda la tutela della salute dei lavoratori e degli utenti. Ma dobbiamo constatare che se l’amministrazione avesse avuto realmente a cuore la salute dei colleghi, avrebbe lavorato e ascoltato maggiormente le Organizzazioni Sindacali come la nostra, invece ha deciso di blindare il testo, senza modifiche sostanziali e procedendo speditamente alla firma del protocollo. Addirittura riuscendo a realizzare un capolavoro magistrale: un protocollo che dovrebbe riguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori, che, in premessa, non cita nemmeno una volta il d.lgs. 81 del 2008, cioè il fondamentale testo esistente nel nostro paese in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro! Richiamo che avevamo esplicitamente richiesto nel nostro documento di proposta del 22 settembre.

USB Interno aveva chiesto nuovamente che l’Amministrazione operi una scelta in ordine alle priorità dei servizi da effettuare, ritenendo fuori luogo chiedere l’impossibile ai lavoratori.

Fatte queste fondamentali premesse vogliamo condividere le nostre riflessioni in ordine alla nuova bozza di protocollo sicurezza Covid-19 trasmessa da parte della Amministrazione. A nostro parere è poco utile ai fini della tutela della salute dei lavoratori, e non vincola l’amministrazione rispetto a precise iniziative d’intervento ed alla tempistica delle stesse.

USB Interno rileva le seguenti criticità:

  1. le attività “smartizzabili”, secondo il protocollo,  individuate “dai responsabili di vertice delle articolazioni centrali e periferiche anche tenendo conto della specifica esperienza sinora maturata nei rispettivi contesti organizzativi e territoriali” dell’Amministrazione, sembrerebbero presagire l’ennesimo utilizzo del solito smisurato potere di delega, che a prima vista sembrava uscito dalla porta, per rientrare, con il solito fumoso linguaggio burocratico, dalla finestra; questa ambigua formulazione poco servirà a scongiurare il consueto scenario in cui numerosi Uffici si amministrano come tante Repubbliche autonome, muovendosi in ordine sparso e mettendo a repentaglio la salute e i diritti dei lavoratori, facendo decidere ai singoli dirigenti chi lavora in smart working e chi no. Questo protocollo è ancora troppo ambiguo e non mette un punto fermo nel bloccare le fughe in avanti o iniziative sconsiderate: NESSUN CAMBIO DI PASSO E ANCORA TROPPA AMBIGUITA’;
  2. non si applicano elementari criteri di trasparenza: l’elenco delle attività che possono essere svolte in lavoro agile, a parere della scrivente O.S., dovrebbe essere pubblicato sulla rete Intranet ministeriale e costantemente aggiornato anche in relazione all’evoluzione dell’organizzazione del lavoro, alla prevista implementazione digitale delle attività che possono essere svolte da remoto, e delle soluzioni tecniche e informatiche a disposizione. NONOSTANTE TALE RICHIESTA SIA STATA MESSA A VERBALE, NON UNA PAROLA SU TUTTO CIO’, MANCANO REGOLE CERTE E TRASPARENTI;
  3. Rilevazione corporea della temperatura in tutti gli Uffici, maggiormente in quelli che ricevono pubblico, che devono essere necessariamente dotati di termo scanner o totem per il rilevamento automatico della temperatura del personale e degli utenti. I colleghi che operano in immobili dove sono presenti altri enti o amministrazioni, oppure con personale della PS, avranno la sicurezza della rilevazione della temperatura, o saranno subordinati alla “ricognizione degli accessi e delle risorse a disposizione”??  ANCHE QUI OVE UNA MAGGIORE CHIAREZZA SAREBBE NECESSARIA, UNA RISPOSTA CHIARA NON E’ PERVENUTA;
  4. Ci saremmo attesi che la tutela dei lavoratori fragili oppure con Legge 104 ( art. 3, comma 3 al punto I), non fosse subordinata ad alcuna condizione, compresa la “smartizzabilità” o meno delle rispettive prestazioni lavorative. La permanenza di tali lavoratori (inclusi quelli con Legge 104) in modalità di lavoro agile, ovviamente per 5 gg. alla settimana, deve essere riconosciuta fino al 31.12.2020 e il loro numero deve essere tassativamente escluso dal limite del 50% fissato quale tetto massimo per il lavoro agile e senza alcun bisogno di ricorrere al Medico Competente. TUTTO CIO’ ANDREBBE CHIARAMENTE ESPLICITATO ALL’INTERNO DEL PROTOCOLLO, COME ABBIAMO CHIESTO DURANTE LA VDC, MA NEMMENO UNA PAROLA ANCHE SU QUESTO E PROBABILMENTE RAPPRESENTA L’ASPETTO PEGGIORE DELL’INTERO PROTOCOLLO.
  5. Ci saremmo anche aspettati molto di più, ovvero maggiore sensibilità, al fine di favorire la modalità di lavoro agile per quei lavoratori che hanno figli minori di 14 anni, compresi i lavoratori con, e senza, coniugi di turnisti h 24 con prole in età scolare, il cui istituto scolastico ha orari non compatibili con il servizio in presenza.  
  6. Rimane il grosso problema delle attività esterne svolte da tanti colleghi, come le ispezioni anagrafiche, i sopralluoghi ai centri di accoglienza. Come ci si regola in questi casi? Bisognerà acquisire preventivamente i relativi Decreti di Valutazione Rischi da Interferenza (DVRI) - ai sensi dell’art.26 del D.L.vo n°81/2008 e ss. mm. e ii. - anche se non sono stati aggiornati ovunque? Sarebbe necessario che il protocollo prevedesse un punto chiaro e specifico per tutelare questi colleghi, anche al fine di evitare il paradosso che si tutelino (IN PARTE) i lavoratori per il rientro in ufficio, ma si abbandonino a loro stessi quando ne escono per le prevista attività esterne. TUTTO QUESTO, NON PERVENUTO.
  7. Non basta prestare particolare attenzione ai casi di sospetta sintomatologia da Covid 19”. L’amministrazione come intende gestire i casi noti e quelli sospetti negli uffici?? Come si distingue un banale raffreddore o tosse dal covid19, senza rilevazione della temperatura?  ANCHE SU QUESTO ASPETTO DOMINA LA SUPERFICIALITA’.

Noi le nostre osservazioni in merito le abbiamo rappresentate cercando di poter contribuire alla stesura di un protocollo che tuteli realmente la salute e la sicurezza dei lavoratori dell’amministrazione nella consapevolezza che vadano attuate ora tutte le misure per garantire domani un ritorno in sede in piena sicurezza, guardando anche al futuro e ad un tempo in cui ci saremo lasciati alle spalle la pandemia ma non il dovere di continuare a tutelare i lavoratori.

Il protocollo così come è stato preconfezionato dall'amministrazione, non risponde alle caratteristiche che abbiamo descritto e quindi USB Interno non lo firma.

Anzi USB Interno denuncia con forza il pericoloso e grave tentativo da parte dell’amministrazione di agire in deroga al dlgs 81/2008 sulla sicurezza, una vera e propria aberrazione giuridica.

Ma sicuramente USB Interno non si tirerà indietro anche a livello locale e darà il proprio contributo per contrastare qualsiasi attacco al diritto alla salute dei lavoratori.

USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale Ministero Interno