USB NON FIRMA IL PROTOCOLLO “ANTICOVID” ALLA QUESTURA DI NAPOLI. INDIFFERIBILE E’ SOLTANTO LA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE LORO FAMIGLIE!!

Napoli -

 

Nella riunione di contrattazione del 2 luglio u.s. finalizzata alla firma del protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza in ordine all’emergenza sanitaria da Covid19, come volevasi dimostrare, la montagna ha partorito il topolino….

La bozza di protocollo presentata alle Organizzazioni Sindacali e agli RSU della Questura di Napoli e Uffici accorpati, è semplicemente un banalissimo copia/incolla di quello nazionale siglato da alcune OO.SS. il 28 maggio u.s.: un vero e proprio “protocopia/incolla”….

L’ Amministrazione non ha evidentemente ritenuto opportuno impegnarsi più di tanto nel recepire le integrazioni proposte dalla nostra sigla sindacale a tutela della salute e dei diritti dei lavoratori dell’Amministrazione Civile dell’Interno. Nella bozza non vi è alcuna traccia della nota che descriva dettagliatamente gli impianti di condizionamento presenti nei vari uffici della PS, né è dato sapere quali interventi saranno assunti prima dell’attivazione degli stessi, come avevamo chiesto; come non vi è traccia della parola “SANIFICAZIONE”, si accenna soltanto ad una generica “igienizzazione” degli ambienti e delle postazioni di lavoro; soltanto una “particolare attenzione” per gli uffici open space….

Ma la cosa più seria e inquietante è il punto 1 della bozza dove si legge che fino al 31 luglio le attività continuano ad essere svolte in modalità agile, privilegiando il personale con patologie certificate, legge 104, oppure aventi figli minori, “laddove non si tratti di attività indifferibili che richiedono necessariamente la presenza in ufficio dei lavoratori” , dove invece la nostra OS aveva chiesto che tali categorie fossero totalmente esentate dal prestare servizio in presenza e mantenute in lavoro agile almeno sino a fine emergenza.

Insomma con questo protocollo la Questura di Napoli ha addirittura trovato il modo di realizzare una sorta di aberrazione giuridica, violando quella che era la volontà del legislatore, che con l’art.90 del decreto Rilancio ha inteso istituire con lo Smart Working per i dipendenti genitori di figli minori, un vero e proprio “diritto genitoriale”, teso a conciliare i tempi lavoro/famiglia con la necessaria assistenza ai figli di minore età.  Del resto tale punto fa il paio con la nota allegata alla bozza, riguardante i servizi indifferibili da rendere in presenza nei vari uffici della Questura, dove si legge che all’Ufficio Immigrazione, ben 29 unità ne saranno interessate, ossia tutto l’organico! In seguito è stato precisato che le unità sarebbero 21…..

Evidentemente i vertici della Questura napoletana hanno voluto fornire un piccolo assist alla dirigente del predetto ufficio, che, incurante di norme, disposizioni, dpcm, decreti legge, circolari ministeriali, direttive del Ministero della Pubblica amministrazione, si ostina in una gestione punitiva del personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno, assumendo decisioni unilaterali senza alcuna interlocuzione con la RSU e OO.SS., subordinando non si sa bene a cosa il diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con incaute fughe in avanti, pretendendo fino ad oggi tre rientri settimanali in presenza, e, nel mese di luglio, si dice, tutti i giorni in presenza, arrivando di fatto a perimetrare la stessa vigenza giuridica del lavoro agile.

Addirittura si è rifiutato l’accoglimento di alcune sacrosante e motivate richieste di lavoratori, genitori di figli minori, tese a mantenere il lavoro agile per almeno 3 volte a settimana, violando quindi i loro diritti genitoriali.  Quello che dobbiamo rilevare è quindi una forte contrazione dei diritti dei lavoratori presso l’ufficio immigrazione, dove, per dovere di cronaca, il personale in lavoro agile durante il lockdown, ha lavorato inserendo e trattando oltre 7000 pratiche, smaltendo pertanto lavoro arretrato e spesso e volentieri acquistando di tasca propria i necessari Dispositivi di Protezione Individuale.

Ci auguriamo una seria riflessione da parte della suddetta dirigente e un ravvedimento sul modo di gestire un personale che merita rispetto dei propri diritti e della propria dignità, che va considerato nella propria interezza di lavoratori, cittadini ed esseri umani.

Per i motivi sopra esposti l’Unione Sindacale di Base non ha firmato il “protocopia/incolla”, lasciamo ad altre sigle sindacali questo “stomaco”, ma continuerà a fare la propria parte, in difesa dei lavoratori dell’Amministrazione Civile dell’Interno, per un allargamento dei diritti, in particolare quello alla salute e al benessere psicofisico, diritti realmente INDIFFERIBILI.

 

USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale Ministero Interno