USB INTERNO: "BASTA GIOCARE ALLA ROULETTE RUSSA SULLA PELLE DEI LAVORATORI".

Protocollo sicurezza da Covid-19 - richiesta modifica

Roma -

 Al MINISTRO dell’INTERNO
Con. Pref. Luciana Lamorgese

Ai Vice Ministri
On. Vito Claudio Crimi
On. Matteo Mauri

Ai Sottosegretari
On. Carlo Sibilia
On. Achille Variati

Al Dipartimento amministrazione generale,
politiche personale amministrazione civile e risorse
strumentali e finanziarie
Ufficio IV – Relazioni Sindacali

Alle Organizzazioni Sindacali

FP CGIL - CISL FP - UIL PA
FED. CONFSAL/UNSA
 FEDERAZIONE INTESA FP
FLP Interno

 

Com’è noto il paese sta vivendo la seconda ondata di contagi da Covid-19 che, seppur non trova il paese del tutto impreparato rispetto a marzo 2020, costringe in queste ore il governo ad adottare nuove misure di restringimento al fine di contenere l’espandersi dell’epidemia e scongiurare un nuovo e dannoso lockdown.

Il Governo ha diramato il nuovo DPCM del 18 ottobre dal quale si evince che lo smart working senza accordo resta al momento in vigore fino a fine anno in una percentuale che sarà successivamente incrementata con le modalità stabilite da uno o più decreti dal Ministro della pubblica amministrazione.

La categoria dei lavoratori cosiddetti “fragili”, nei confronti della quale la scrivente O.S. ha sempre dedicato la massima attenzione, opererà anch’essa in modalità agile fino al 31 dicembre come da legge n.126 di conversione del decreto del 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia.

Infatti, la suddetta Legge n.126 del 13.10.2020 contiene importanti misure a tutela dei lavoratori considerati “fragili”, ossia di quelli “in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salva-vita” oppure  “in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104”.

Nello specifico viene parzialmente posto rimedio ad una grave ingiustizia che aveva costretto questi lavoratori a essere relegati in un limbo giuridico, nel momento in cui il protocollo di sicurezza anti COVID siglato il 2 ottobre u.s. da codesta Amministrazione e da alcune sigle sindacali, riconosceva al punto g) il diritto di tale categoria a operare in modalità di lavoro agile, “a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione lavorativa”…

Come a suo tempo sostenuto dalla scrivente U.S.B. Interno con lettera del 1° ottobre u.s. a questa Amministrazione, “la tutela dei lavoratori fragili oppure con Legge 104 (art. 3, comma 3 al punto I), non può essere subordinata ad alcuna condizione, compresa la “smartizzabilità” o meno delle rispettive prestazioni lavorative. La permanenza di tali lavoratori (inclusi quelli con Legge 104) in modalità di lavoro agile, ovviamente per 5 gg. alla settimana, deve essere riconosciuta fino al 31.12.2020 e il loro numero deve essere tassativamente escluso dal limite del 50% fissato quale tetto massimo per il lavoro agile e senza alcun bisogno di ricorrere al Medico Competente”

Siamo lieti di constatare che il comma 2 bis dell’Art.26 della suddetta Legge 126 del 13.10.2020, perlomeno sancisca che dal 16 ottobre al 31 dicembre 2020, questi lavoratori avranno diritto a svolgere INCONDIZIONATAMENTE la loro prestazione lavorativa in modalità agile, “anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto”.   Ci attendiamo che l’Amministrazione applichi immediatamente quanto previsto da una legge dello Stato.

Alla luce di quanto sopra, si ritiene indispensabile rivedere il protocollo Covid-19, che, così come è costruito, è poco utile ai fini della tutela della salute dei lavoratori e della utenza.

Nello specifico, il periodo “a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione lavorativa”, va immediatamente cancellato dal suddetto protocollo, perché evidentemente privo di alcun pregio giuridico.

Tutto ciò meriterebbe una seria riflessione da parte dell’Amministrazione e da parte di quelle  OO.SS. che hanno voluto ugualmente sottoscrivere in data 2 ottobre scorso il suddetto protocollo, pur in presenza di tali serie criticità.

Questa O.S., alla luce degli ultimi preoccupanti avvenimenti e della seconda ondata di contagi, ribadisce la sua forte perplessità su alcuni punti circa:

1) la mancata assicurazione che tutti i lavoratori c.d. fragili, nonché i genitori con figli minori di 14 anni debbano essere impiegati nel lavoro agile TUTTI i giorni della settimana;

2) l’esclusione di interi settori degli uffici della Polizia di Stato, e non solo, dalla prescritta rilevazione della temperatura corporea, la cui obbligatorietà, già prescritta dal Protocollo quadro “Rientro in Sicurezza” del 24 luglio, nonché da Ordinanze della regione Campania,  a distanza di tre mesi sembra non valere per gli uffici di codesto Ministero;

3) il mancato obbligo in capo ai dirigenti circa l’applicazione del protocollo, nonché le lacune riscontrate in alcune questure in merito alla mancata estensione al personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno del programma vaccinale antiinfluenzale;

4) in molti luoghi di lavoro non vengono distribuiti al personale i necessari DPI (mascherine, gel igienizzante, ecc.). Addirittura alla scrivente O.S., risulta che all’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma non sia mai stato consegnato alcun DPI al personale addetto.

Più di un collega ha riferito alla scrivente USB Interno di avere, all’interno degli uffici, la sgradevole sensazione di essere a un tavolo di roulette russa, e che il colpo, rappresentato dal contagio, possa colpire senza alcuna previsione e soprattutto senza alcuna logica di prevenzione.

La USB P.I. – Interno sottolinea, se è vero com’è vero, che il protocollo Covid-19 si pone come obiettivo primario la tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti e della collettività, non può prescindere, dal fatto che:

 

  • i lavoratori fragili, nonché coloro che hanno i figli minori in quarantena devono accedere tutti indistintamente al lavoro agile ed essere esclusi dal computo del 50 per cento stabilito dall’art. 263 legge 77/2020;

 

  • il 50 per cento di cui all’art. 263  potrebbe anche essere conteggiato rispetto al monte ore lavorativo e riferito a giorni lavoro, permettendo ad un’ampia platea di dipendenti di accedere al lavoro agile;

 

  • è urgentissimo nella fase attuale, garantire l’immediato accesso allo smart working per quei lavoratori genitori di figli minori, al momento della Regione Campania, ove fino al 30 ottobre è stata disposta la chiusura delle scuole;

 

  • i dirigenti degli uffici dove non si rilevano attività smartizzabili, individuino con le OO.SS. e le RSU soluzioni organizzative alternative ai lavori in presenza così da permettere anche a quei settori e uffici penalizzati dal ritardo della digitalizzazione, nonostante le ingenti somme investite negli anni nell’informatica, di accedere al lavoro da remoto o procedere ad adibire a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento o attraverso specifiche attività di formazione.

 

Inoltre, si richiede l’immediata emanazione di Linee Guida al fine di poter rassicurare con un modus operandi chiaro e corretto i lavoratori fragili e garantire ai rispettivi familiari la GIUSTA TUTELA, anche in merito alla gestione dei cosiddetti casi sospetti, che inevitabilmente si verificheranno con l’approssimarsi della stagione invernale.

La USB P.I. – Interno, di fronte alla preoccupante situazione che si sta verificando nelle ultime ore, fa appello al senso di responsabilità sia dell’Amministrazione che delle OO.SS. affinché il diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori e delle loro famiglie sia incondizionatamente garantito “senza se e senza ma” a prescindere dalle appartenenze.

 In attesa di un sollecito riscontro si porgono distinti saluti.

 

USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale Ministero Interno