MOBILITA' IN USCITA

Roma -

Si è svolto nella mattinata odierna l’incontro con l’Amministrazione relativo alla

mobilità in uscita per il personale dell’Amministrazione Civile del Ministero

dell’Interno, per tutte le aree di appartenenza.

L’Amministrazione ha preliminarmente comunicato che ormai negli ultimi anni c'è

stata una costante riduzione del personale ed a questa si aggiunge una condizione

particolare delle dotazioni di organico del personale che risalgono ad una valutazione

del 2003. A questa situazione si affiancano i vari comandi o i fuori ruolo che alterano i

dati reali riguardante il personale effettivamente in servizio presso tutti gli Uffici alle

dipendenze del Ministero dell'Interno.

Pertanto, appare urgente una revisione delle dotazioni di organici e dei relativi posti

da inserire in un apposito bando per la mobilità in uscita, nell’ottica di privilegiare

quel personale che già da più anni è in servizio presso altre Amministrazioni di

particolare natura istituzionale (Ufficio del Quirinale, Ufficio della Presidenza del

Consiglio ecc.).

Dopo tale procedura si avvierà una revisione delle dotazioni di organico con la

possibilità di eseguire dei trasferimenti volontari di sede come indicato dalle

graduatorie già presenti.

La proposta scaturita dall'incontro se pur condivisibile riteniamo non equa perché in

tale maniera solo alcuni lavoratori potranno aderire al bando e non tutti i dipendenti.

Infatti abbiamo notizia che alcuni colleghi vorrebbero transitare negli Enti

Territoriali (Regione, Provincia, Comune) ma non è permesso loro, tale mobilità.

La proposta dell'Amministrazione sembrerebbe parziale ed a favore di alcuni

dipendenti (tra l'altro favoriti per trovarsi in tale situazione).

Sempre nell'ambito della riunione, abbiamo sollevato una questione non di poco

conto; ovvero di evitare gli incontri a tavoli separati per passare a quelli congiunti

per una maggiore ed adeguata partecipazione di tutte le OO.SS. e soprattutto per

una trasparenza di assunzioni di responsabilità, di tutte le parti in gioco, per

difendere in maniera univoca tutti i lavoratori indipendentemente dalla “fede

sindacale”.