La questione Ilva è la questione dello Stato: appello ai lavoratori pubblici
Sappiamo benissimo che per fare questo non basta invocare l'intervento statale, che la nazionalizzazione è solo il punto di partenza e che le forme in cui viene pensata sono il vero oggetto della contesa. Parliamo di un programma di riforme radicali che non può che passare dal ruolo che la pubblica amministrazione dovrebbe svolgere in tema di programmazione, di gestione delle risorse, di potenziamento dei servizi, di monitoraggio sulla salute dei cittadini, sull'ambiente, sul paesaggio, di controlli sul lavoro, di educazione complessiva delle giovani generazioni, di un piano decennale di assunzioni attraverso concorsi pubblici, di stabilizzazione di tutti i precari, di internalizzazione di tutti i lavoratori delle cooperative alle quali sono appaltati pezzi consistenti di servizi, di contratti nazionali adeguati.
Con riferimento allo sciopero generale del 29/11/2019, pubblichiamo in calce, il link alla circolare del Ministero Interno - Dipartimento per le Politiche del personale dell'amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie.
La vicenda dell'ex Ilva di Taranto non è più confinabile negli spazi, peraltro enormi, delle crisi aziendali, delle questioni ambientali e della devastazione sociale e civile. La partita che si è aperta è politica al massimo livello, riguarda la questione dello Stato, del suo ruolo in una dimensione di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e di salute, degli obiettivi dell'Italia rispetto ai settori strategici della produzione, alla sua collocazione nella divisione internazionale del lavoro, alle politiche economiche che da qui ai prossimi decenni determineranno il destino lavorativo di milioni di giovani in questo Paese.
La domanda che viene dai lavoratori e dai cittadini di Taranto è quella di un nuovo intervento pubblico a tutela del lavoro e della salute, dalla parte degli interessi sociali e popolari e non degli interessi padronali, che all'ex Ilva si stanno manifestando nella forma più becera e predatoria.
Sappiamo benissimo che per fare questo non basta invocare l'intervento statale, che la nazionalizzazione è solo il punto di partenza e che le forme in cui viene pensata sono il vero oggetto della contesa. Parliamo di un programma di riforme radicali che non può che passare dal ruolo che la pubblica amministrazione dovrebbe svolgere in tema di programmazione, di gestione delle risorse, di potenziamento dei servizi, di monitoraggio sulla salute dei cittadini, sull'ambiente, sul paesaggio, di controlli sul lavoro, di educazione complessiva delle giovani generazioni, di un piano decennale di assunzioni attraverso concorsi pubblici, di stabilizzazione di tutti i precari, di internalizzazione di tutti i lavoratori delle cooperative alle quali sono appaltati pezzi consistenti di servizi, di contratti nazionali adeguati.
Per questo chiamiamo tutti i lavoratori pubblici a sentire come proprio questo sciopero, a manifestare a Taranto e in tutte le città in cui il movimento FFF porterà in piazza centinaia di migliaia di giovani, rivendicando una nuova stagione di intervento statale e di centralità del lavoro pubblico in questo Paese, contro l'ormai inaccettabile livello di diseguaglianza e sfruttamento nel quale siamo da tempo scivolati
Roma, 28/11/2019
Abbiamo programmato una intera giornata di lotta a Taranto in occasione prossimo sciopero globale indetto dal movimento Fridays For Future, il 29 novembre, alla vigilia del Cop25, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il cui acronimo in inglese è UNFCCC o FCCC, in programma a Madrid dal 2 al 13 dicembre.
Considerata la centralità della questione ex-Ilva, la giornata inizierà con un presidio davanti alle portinerie della fabbrica alle ore 5.30 del mattino. Disporremo dei servizi navetta, i cui percorsi saranno comunicati a breve attraverso i nostri canali, per consentire agli studenti e ai cittadini che vorranno raggiungerci per manifestare insieme ai lavoratori del siderurgico (per eventuali info e prenotazioni, contattare la pagina).
Alle 9.30 è previsto un corteo che, partendo dall'Arsenale, arriverà in piazza della Vittoria, dove avrà luogo un concerto all'interno del quale verrà inserito un intenso dibattito sui temi ambientali e sull'emergenza Taranto, che continuerà fino al pomeriggio.
"Pensare globale, agire locale" è questa la linea guida che i giovani di tutto il mondo si sono dati, ecco perché la crisi ambientale mondiale ci porta, localmente, ad agire contro quella multinazionale predatoria che insiste sulla nostra città.
Ilva è un Climate Monster, la fabbrica è la prima fonte di Co2 in Italia, con i suoi oltre 10 mln/ton all'anno.
Inoltre, la crisi di questi giorni ha acuito la contrapposizione tra salute e lavoro, tra cittadini e lavoratori, per questo il 29 marceremo fianco a fianco, per scardinare la falsa informazione che ci vuole divisi.
Invitiamo tutte le associazioni, i comitati e tutte le cittadine e i cittadini ad unirsi a questa giornata di protesta."
No ai ricatti all'ex #ILVA e nel resto del paese. Il 29 Novembre sciopero generale e manifestazione nazionale a #Taranto
* LIBERIAMO TARANTO DAI VELENI
* CHIUDIAMO GLI IMPIANTI INQUINANTI
* VOGLIAMO UNA POLITICA INDUSTRIALE A GESTIONE PUBBLICA
* PER LO SVILUPPO, LA DIFESA DELL'AMBIENTE E LA SALUTE DEI LAVORATORI
Con il ricatto del lavoro vorrebbero continuare a regalare miliardi di soldi pubblici ad aziende multinazionali italiane o straniere che in questi anni hanno rapinato il nostro paese senza alcun rispetto per i lavoratori e per il territorio.
E' successo con le ferrovie, con le autostrade, con le telecomunicazioni. Succede con Alitalia e vogliono che continui ad accadere anche all'#Arcelor Mittal (ex #ILVA) di Taranto.
Con lo smantellamento dell'industria pubblica, l'Iri e le Partecipazioni Statali, l'Italia ha dismesso da tempo la politica industriale. I governi vanno con il cappello in mano dalle grande imprese ad offrire le nostre risorse, le nostre competenze e la nostra esperienza senza un progetto ed un'idea di sviluppo per il paese. Città e territori vengono stuprati dall’azione selvaggia e irresponsabile di chi guarda esclusivamente all’interesse economico e speculativo senza alcun rispetto della natura e del lavoro. Ci stiamo trasformando in una meta per turisti e in una piattaforma per società di servizi, perdendo qualsiasi vocazione industriale. E così stiamo perdendo autonomia e capacità di intervenire efficacemente nelle centinaia di crisi aziendali che si moltiplicano continuamente.
E' il ricatto la loro arma preferita. E' così che hanno costretto #Taranto a piangere i suoi morti e a continuare a sopportare i fumi e le polveri omicide dell'ex-#ILVA pur di salvaguardare i posti di lavoro. Ma ora, di fronte al fallimento dei finti piani di risanamento ambientale e allo smascheramento degli intenti di rapina di #ArcelorMittal non si può accettare di piegare ancora la testa, come vorrebbero Cgil, Cisl e Uil, magari in cambio di qualche esubero in meno.
#Taranto ha diritto a un futuro senza veleni e i lavoratori dell'ex-#ILVA hanno diritto ad un posto di lavoro sicuro e dignitoso. Le tante crisi industriali che sono in discussione presso il #MISE non troveranno una soluzione se non rilanciando l’azione pubblica, che non può certo ridursi a finanziare gli ammortizzatori sociali.
L'Italia ha diritto ad una politica industriale non subalterna agli interessi dei grandi gruppi. Vanno definiti nuovi strumenti pubblici di gestione e pianificazione dello sviluppo del sistema produttivo che contrastino lo smantellamento del sistema industriale e rilancino gli asset strategici della nostra economia, dalla ricerca ai trasporti all’energia.
#Salvare #Taranto e chiudere le fonti dell'inquinamento deve rappresentare un segnale per tutto il paese: vogliamo un'industria sana, rispettosa della salute dei lavoratori e dei cittadini, che sia un'alternativa produttiva vera al cimitero di persone e di aziende al quale ci vogliono condannare.
Ed è a Taranto che si gioca una battaglia concreta di grande valore simbolico per il resto del paese: o si sceglie la strada di uno sviluppo sano che mette al primo posto la dignità della città e dei lavoratori o si cede al ricatto di scelte scellerate che producono morte, disastro ambientale ed impoverimento sociale.
Per questi motivi l’Unione Sindacale di Base aderisce alla mobilitazione ed allo sciopero generale chiamato dal movimento Fridays For Future Taranto invitando l’insieme delle categorie del lavoro, perché il ricatto che si vuole far ingoiare ai lavoratori di #Taranto è lo stesso ricatto che usano contro tutti i lavoratori ogni giorno.
Ci propongono un cimitero e vogliono anche che ringraziamo.
Respingiamo i ricatti. Allarghiamo la lotta.
Il 29 novembre tutti a Taranto.
SCIOPERO GLOBALE PER IL FUTURO | 29.11.2019
"Non c’è più tempo da perdere”
Sono le parole di António Guterres, Segretario Generale dell’ONU. Lo dicono gli scienziati, che, all’unanimità, chiedono un drastico cambio di rotta. Lo ripete l’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’ONU (il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici), ricordandoci che abbiamo circa 11 anni prima di superare il punto di non ritorno. Lo gridiamo noi attivisti di #FridaysForFuture, invocando il diritto a un futuro dignitoso. Per noi e per le generazioni a venire.
Eravamo in piazza il 15 marzo in più di 2 milioni. Ci siamo tornati il 24 Maggio, raggiungendo oltre 130 paesi in tutto il mondo. E durante la Climate Action Week, tra il 20 e il 27 Settembre 2019, hanno scioperato più di 7.5 milioni di studenti in tutto il mondo, dall'Islanda all'Antartide. Tutto questo, però, non è bastato: le emissioni di CO2 del 2019 non accennano a diminuire. Ecco perché torneremo in piazza il 29 Novembre!
La data del 29 Novembre è stata scelta perché cade esattamente ad una settimana dalla COP25 (United Nations Climate Change Conference), la conferenza ONU sui cambiamenti climatici che si terrà dal 2 al 13 dicembre a Madrid, in Spagna. Il nostro intento a livello globale è quello di mettere pressione ai leader politici che si incontreranno in Spagna affinché prendano misure immediate ed efficaci per contrastare la crisi climatica, dopo il sostanziale fallimento degli accordi di Kyoto e di Parigi.
Noi però non vogliamo limitarci a indicare qual è il problema. Ascoltando la voce di migliaia di scienziati che da anni ci avvertono sui rischi che corriamo, abbiamo scritto un manifesto di #FridaysForFuture per il FU.TU.RO. In questo modo risponderemo a chi vuole screditarci dicendo che "siamo solo dei ragazzini che vogliono saltare la scuola" o che "non sappiamo neanche per cosa protestiamo". In realtà questi sono solo alibi di persone che non vogliono (o non credono) nella possibilità di cambiare le cose, di prendere in mano il nostro destino.
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