DOCUMENTO TECNICO INDICATIVO - SCHEMATICO ACCOMPAGNATO DALLA PETIZIONE ON - LINE DEI PRECARI AL MINISTRO DELL'INTERNO ONOREVOLE MARCO MINNITI

Gentile Onorevole Minniti, non ce la facciamo più!

Roma -

Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego – Ministero Interno

 

Al Ministro dell’Interno

Onorevole Marco Minniti

 

 

p.c. :                 

Al Sottosegretario di Stato Onorevole Gianpiero Bocci

 

Al Capo di Gabinetto Prefetto Mario Morcone

 

Al Capo Dipartimento Politiche del Personale Prefetto Luigi Varratta

 

Al Direttore Ufficio Relazioni Sindacali Vice Prefetto Tania Giallongo

 

Roma, 6 agosto 2017

 

 

DOCUMENTO TECNICO INDICATIVO – SCHEMATICO ACCOMPAGNATO DALLA PETIZIONE ON – LINE

DEI PRECARI AL MINISTRO DELL’INTERNO ONOREVOLE MARCO MINNITI

 

 

Onorevole Ministro Marco Minniti,

 

a distanza di ben quattro mesi dall’ultimo incontro costruttivo da Lei voluto, indispensabile per affrontare le urgenti questioni sulla riforma degli assetti organizzativi del personale e generare documenti validi per la realizzazione di un “progetto di sistema”, questa O.S. USB P.I. avverte una leggera frenata che non rispecchia più la vivacità dei primi tempi.

 

Ciò non significa, che la scrivente O.S. non abbia tenuto conto degli impegni straordinari a carattere internazionale da Lei intrapresi con il sottosegretario On.le Bocci, anzi, sul tema migranti e il conseguente aumento dei processi amministrativi e di contro personale numericamente ridotto, ancora a tempo determinato, la USB -nell’indifferenza generale- dando ascolto ai più deboli e a chi subisce ricatti ed ingiustizie da 14 anni, è riuscita a cogliere anche la dimensione umana del personale precario e delle proprie famiglie, e intende dare un senso umano al concetto del diritto universale di ogni individuo, cercando di impedire tutte le azioni contrarie a tale esigenza sociale.

 

NON CE LA FACCIAMO PIU’!!

E’ questo il profondo sentimento vissuto in questo momento dai precari, i quali in un ultimo appello/petizione rivolto a Lei, in pochi giorni sono riusciti a coinvolgere tutti, consapevoli che questa volta il Ministro dell’Interno, nella riunione affidata al Sottosegretario di Stato On.le Bocci con la USB, ancora sospesa dopo il rinvio del 4 luglio 2017, saprà contemperare e in via definitiva le esigenze del “progetto” di modernizzazione desiderato dall’Amministrazione con  l’idea organizzativa e  occupazionale  avanzata  dal sindacato.

 

Un’occasione d’oro per voltare pagina e consegnare il giusto riconoscimento del patrimonio professionale delle nuove generazioni, un background esperienziale qualificato al servizio del Ministero dell’Interno da 14 anni, per una condizione dignitosa della loro esistenza, accompagnandoli ad un pensiero positivo tendente ad una ridotta percezione del rischio ed una maggiore capacità di programmare il futuro della loro vita.

 

Ci chiediamo, dove sono finite le prospettive della tanto invocata società della conoscenza, dove i due universi paralleli, cittadini-lavoratori e Istituzione pubblica sempre attivi per attuare la giusta dinamica relazionale nella quale i “saperi” come forma di conoscenza possono funzionare solo se si crea quel rapporto di reciproca credibilità, si uniscono per costruire relazioni positive tra persone, senza trascurarne nessuna, come desiderato dai precari nell’ultimo vero appello a Lei, Onorevole Ministro Marco Minniti.

Le considerazioni esposte dalla scrivente O.S. USB e la petizione dei precari, tra l’altro, sono coerenti con l’analisi della relazione 2016 sul costo del lavoro pubblico della Corte dei Conti, un ragguardevole contributo “tecnico” offerto a tal riguardo, condotto sulle variabili dei costi e delle misure immediate di risparmio, con particolare riguardo al dettaglio per le singole categorie di personale, quale mezzo indispensabile di intervento e di verifica sulla dinamica occupazionale, in cui viene evidenziata la perdurante criticità strutturale del pubblico impiego nel nostro Paese, collocato in un’area a forte rischio per ciò che attiene l’efficienza della pubblica amministrazione.

 

Allo stato attuale, la Corte dei Conti, appunto, nella consapevolezza dell’importanza rivestita da tale indagine, non solo in termini economici, dopo aver definito gli indici di valutazione dell’efficienza del settore pubblico, ha dimostrato che la capacità della P.A. non può prescindere da un forte investimento nella gestione e valorizzazione di tutte le componenti che concorrono a tale risultato, indicando la strada da seguire e, con l’autorevolezza che le compete, le priorità da perseguire per la necessaria ripresa delle ordinarie politiche del personale.

Su questo  ultimo  passaggio, appare indispensabile citare anche i  rilevanti risultati di uno studio dell’ARAN, racchiusi in un titolo “Organizzazione e capitale umano: due questioni chiave per il rilancio del pubblico impiego”, in cui viene concentrata l’attenzione sugli evidenti segnali di una complessiva debolezza del capitale umano della P.A., accentuatasi negli ultimi anni per effetto delle politiche di blocco del turn-over. Segnali e certezze che rivelano, come nel caso del Ministero dell’Interno, anche l’esistenza diffusa di assetti organizzativi “strutturalmente” poco sintonizzati con il contesto esterno, e che l’amministrazione risente oggi in misura preponderante, per scelte e dinamiche su politiche del personale molto risalenti nel tempo, che questa O.S. da sempre le reputa non più proponibili.

 

In relazione, quindi, ai vincoli assunzionali resi più stringenti da norme limitative del turn over, la stessa Corte dei Conti dichiara che tali assetti producono economie  a  regime  solo  se  accompagnate  da  contemporanei interventi  di revisione delle piante organiche.

A dir poco emblematica, pertanto, risulterebbe la documentazione prodotta dalla scrivente O.S. al tavolo riunitosi il 30 marzo 2017, in cui la “proposta- piattaforma” della USB in relazione a talune categorie di lavoratori ed ai possibili interventi -ricognizione poliziotti in uffici, ex personale PS, ex agenti penitenziari e categorie protette (legge 68/99)-, le economie prodotte e quantificabili, oltre che rilevanti sarebbero immediatamente disponibili, contemperando la spesa del personale e la relativa redistribuzione-contenimento della stessa con quelle legate al sottorganico del personale e al funzionamento di taluni settori incomprimibili e piuttosto delicati dell’ordinamento del Ministero (vedi immigrazione).

Un ulteriore raffronto di notevole interesse con la relazione della Corte dei Conti, attiene ai risultati di un confronto dell’OCSE sull’anzianità media dei dipendenti delle amministrazioni -ministeri-, evidenziato da questa O.S. durante l’incontro del 2016 tenuto con il sottosegretario di stato On.le Bocci, in cui i dipendenti con più di cinquant’anni nel panorama generale del pubblico impiego rappresentano oltre la metà del totale, con una percentuale che aumenta di 11 punti rispetto al 2008 (USB indicava   valori percentuali più alti nel Ministero dell’Interno, considerando il maggior blocco del turn over determinato dal personale polizia assegnato a funzioni amministrative, congiunto al transito di ex personale PS,ex agenti penitenziari e lavoratori di categorie protette -legge 68/99).

Si illustra, al riguardo, uno stralcio dei dati riassunti in una tavola di concentrazione nelle fasce di età, elaborata dalla Corte dei Conti su dati RGS- IGOP, in cui la marcata evidenza del fenomeno a livello ministeri, decisamente inferiori alla media dell’U.E., se raffrontata con quella del Ministero Interno, mostra tutte le criticità e le debolezze tutt’ora esistenti nel nostro Ministero

(valori percentuali)

 

MINISTERI

Più di 50 anni    

2008  -  2014    

   52    -    71

Più di 60 anni

2008     2014

     8     -     18

Meno di 50 anni

2008    2014  

   48    -    29

Meno di 35 anni

2008   –   2014

     3     -    2

La stessa Corte, inoltre, ha sottolineato che i rigidi vincoli assunzionali ed il prolungamento  dell’età  lavorativa  combinato  al  progressivo  innalzamento dell’età anagrafica, si riflette negativamente sulla propensione all’innovazione ed al  cambiamento,  sull’utilizzo  di  nuove  tecnologie  e  all’attenzione  della formazione specifica del personale.

Nel Ministero dell’Interno, Onorevole Ministro, abbiamo assistito a dinamiche occupazionali orientate su segmenti tradizionali, appurando che la mancata occupazione di precari altamente qualificati all’uso di strumenti tecnologici, in concomitanza con la necessaria reingegnerizzazione delle procedure, in relazione ai  fabbisogni  programmati  e  all’assetto  complessivo  dei  servizi  erogati, rappresenta uno dei nodi irrisolti e immotivati tutt’ora esistenti.

 

E’ del tutto naturale, che in tale assetto organizzativo del personale, alquanto fragile ed incerto perché non omogeneo e molti dei quali ormai prossimi al pensionamento, il voler continuare ad utilizzare economie e risparmi finalizzate alle “progressioni economiche” e solo a una parte del personale, non solo è controproducente, ma rende più labile il quadro generale in ordine all’organico del personale sin qui rappresentato.

La riduzione della spesa e il reimpiego di tutti i risparmi, in coerenza con quella del costo per la stabilizzazione di tutti i precari e il miglior utilizzo del salario accessorio (FUA), peraltro, è positivamente certificato dalla stessa Corte dei Conti, significando che le possibili economie se connesse con la rimodulazione delle fasce di anzianità, producono un risultato efficace nel contesto organizzativo, con effetti positivi e di ritrovata efficienza del settore pubblico in termini strutturali ed economici di gran lunga superiori alle attese.

 

Nell’appendice della relazione della Corte dei Conti, rilevante considerazione, condivise dalla scrivente O.S., meritano le diverse pronunce/pareri delle Sezioni Regionali di Controllo della Corte dei Conti sulla stabilizzazione del personale precario, lì dove recitano che è …una facoltà che l’Ente può esercitare al verificarsi dei presupposti che la rendono possibile e subordinata alla presenza di effettivi fabbisogni di personale e nel rigoroso rispetto dei vincoli di spesa del personale e delle disponibilità finanziarie programmate nel bilancio.

 

Indubbiamente, Onorevole Ministro, a parere della scrivente O.S. nelle considerazioni esposte in questo documento tecnico, arricchito dall’ultimo appello del personale precario e da quelli già a Lei trasmessi dalla USB, sono presenti tutti i presupposti che rendono possibile la definitiva immissione nei ruoli dell’amministrazione di tutto il personale precario.

 

Onorevole Ministro, ora a Lei rimettiamo la valutazione di questo sollecito, necessario per l’immediato incontro con il sottosegretario Onorevole Bocci, per azioni capaci di suscitare e generare valori e per rilanciare l’amministrazione dell’Interno e intraprendere un percorso di cambiamento, ponendo al centro dei Suoi obiettivi e della Sua “passione” per i precari quello dello sviluppo di questo capitale umano, che con le loro competenze professionali, ridisegnando gli assetti organizzativi, rafforzano i processi innovativi del Ministero Interno.

 

Distintamente La salutiamo.

 

 

 

USB Pubblico Impiego - Ministero Interno