Criticità in merito a tutela sicurezza e salute lavoratori dell’Amministrazione Civile dell’interno. Ripresa attività in mancanza di attuazione accordo per prevenzione e sicurezza in ordine all’emergenza sanitaria COVID 19
Al Sig. QUESTORE di NAPOLI
All'Ufficio di Gabinetto - 4^ Sezione
Organizzazione degli Uffici e Programmazione
Rapporti Sindacali della Questura di NAPOLI
E, p.c.
Al Dipartimento di Pubblica Sicurezza
Ufficio Affari Generali e Personale
ROMA
Al Dipartimento Politiche del Personale
dell’Amministrazione Civile e per le Risorse
Strumentali e Finanziarie
Ufficio IV – Relazioni Sindacali
ROMA
La scrivente O.S. USB PI Coordinamento Ministero Interno, in seguito a interlocuzioni intercorse, anche ad opera di ns referenti territoriali, è venuta a conoscenza dei seri ritardi verificatisi in merito alle integrazioni richieste nel corso della contrattazione territoriale del 22 giugno, riguardante l’implementazione e l’attuazione del protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza in ordine all’emergenza sanitaria COVID 19, siglato tra l’Amministrazione del superiore Ministero e alcune organizzazioni sindacali il 28 maggio c.a., ritardi che si spera vengano sanati il 2 luglio p.v.
Stigmatizzando tali ostacoli, ne denuncia le gravi ripercussioni, sia a livello di tutela della salute dei lavoratori, sia a livello di un corretto sistema di relazioni sindacali, già in condizioni critiche presso la Questura di Napoli. Tale comportamento mina alla base i principi di lealtà, correttezza e buona fede, e il disposto di cui all’art. 3 CCNL Funzioni Centrali ai sensi del quale “Il sistema delle relazioni sindacali è lo strumento per costruire relazioni stabili tra amministrazioni pubbliche e soggetti sindacali, improntate alla partecipazione consapevole, al dialogo costruttivo e trasparente, alla reciproca considerazione dei rispettivi diritti ed obblighi, nonché alla prevenzione e risoluzione dei conflitti”.
Ebbene, la scrivente O.S. continua a ricevere numerose segnalazioni riguardanti la singolare gestione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Napoli, ove il personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno ivi in servizio, è stato costretto a lavorare in presenza due volte nella settimana dal 22 al 26 giugno e lo sarà tre volte nella settimana dal 29 giugno al 3 luglio, secondo una disposizione della dirigente dott.ssa Angela Ciriello, che, ancora una volta, in maniera unilaterale e senza alcuna interlocuzione con la RSU e le OO.SS, assume decisioni nel totale disinteresse di qualsiasi norma a tutela della salute e sicurezza del personale, programmando una ripresa delle attività, arrivando di fatto a perimetrare la stessa vigenza giuridica del lavoro agile.
Altresì, la suddetta dirigente si rifiuta di accogliere istanze del personale richiedente tutela in qualità di genitori di figli minori.
A tal proposito, si ritiene di osservare, in particolare:
- lo stato di emergenza permane fino alla cessazione dello stesso, ossia fino al 31 luglio 2020;
- anche se il Decreto Rilancio ha previsto l'adeguamento delle misure originariamente adottate alle esigenze della progressiva riapertura di tutti gli uffici pubblici e a quelle dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali, il lavoro nelle P.A. è ancora regolato dall'art.87 del D.L. n. 18/2020, ove si ribadisce che il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni;
- I criteri dettati dall’art. 263 del suddetto decreto Rilancio non si possono tradurre in un generalizzato ampliamento del lavoro in presenza ma prevedono un graduale e disciplinato rientro in ufficio del personale che manifesti la propria disponibilità e, nel contempo, al fine di garantire un adeguato standard di sicurezza, raccomandano l’attuazione di piani di rotazione dei lavoratori (flessibilità dell’orario di lavoro, revisione dell’articolazione giornaliera e settimanale, modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza) fino al 31.12.2020, per la tutela degli stessi e non solo;
- Per i datori di lavoro pubblici e privati, a norma dell’art. 90 D.L. RILANCIO datato 19 maggio scorso, si prescrive la tutela dei lavoratori genitori di figli minori, ove la modalità di lavoro agile potrà essere applicata a ogni rapporto di lavoro subordinato fino alla cessazione dello stato di emergenza e, comunque non oltre il 31 dicembre 2020.(https://www.lavoro.gov.it/notizie/Pagine/Smart-working-le-novita-del-Decreto-Rilancio.aspx)
Pertanto ogni singolo datore di lavoro, compresa la suddetta dirigente, dovrebbe dunque coniugare l’esigenza di tutela della salute dei lavoratori con la garanzia dell’erogazione dei servizi in misura adeguata alle richieste dell’utenza, adottando le misure necessarie attraverso:
- Un’attenta valutazione dei rischi e un tempestivo aggiornamento del DVR;
- Un’ampia partecipazione al processo decisionale del medico competente, degli RSPP, insieme anche alla partecipazione degli RLS, delle RSU e delle OO.SS. FP.
I passaggi prodromici di cui sopra non si sono ancora in alcun modo verificati e pertanto si chiede non soltanto di evitare improvvide fughe in avanti in assenza di un corretto coinvolgimento delle figure di cui sopra, ma anche di prendere seriamente in considerazione il fatto che importanti indicazioni provengono a livello centrale dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza (Bozza di accordo inviata per ora solo alle OO.SS).
Il fatto che a tutt’oggi non sia stato ancora varato a Napoli e trasmesso ai relativi uffici, un protocollo di sicurezza integrato e condiviso, è di ostacolo ad una serena, graduale e ponderata ripresa in sicurezza delle attività in presenza. La scrivente O.S. si augura che la riunione convocata per il 2 luglio potrà essere occasione proficua di una reale e fruttuosa contrattazione.
Per avere adeguati standard di sicurezza una delle richieste della scrivente O.S. è quella di adottare, così come previsto dalle linee guida INAIL (documento tecnico aprile scorso), misure interne di distanziamento sociale, non solo uno per stanza ma anche uno ogni 30 mq nel caso di “open space”.
Non vi è ancora alcuna regolamentazione sull'utilizzo degli impianti di condizionamento, che rappresentano, se utilizzano la funzione di ricircolo dell'aria tra gli ambienti o non vengono correttamente e frequentemente sanificati (si vedano i report dell'ISS sul tema), sicura fonte di contagio. Lo scopo della nostra O.S. è quello di far si che la graduale ripresa delle attività in presenza avvenga nel rispetto di elevati standard di sicurezza per la collettività tutta.
Per questo nella citata riunione di contrattazione del 22 u.s. abbiamo sostenuto come O.S. la necessità di una nota dell’Amministrazione da allegare al protocollo, che dettagli i vari impianti di condizionamento esistenti negli uffici e definisca quali interventi si assumeranno prima della attivazione degli stessi. Così come è fondamentale, oltre alle forniture degli opportuni DPI, la sanificazione, la dovuta informazione al personale circa gli interventi effettuati e le schede tecniche dei prodotti usati.
Con particolare riferimento allo “smart working”, in attesa di nuove istruzioni da parte del Ministero della Pubblica Amministrazione, dovrà essere favorito l’accesso a detto istituto per i lavoratori in condizioni di fragilità di cui all’art. 83, primo comma, del DL 19/5/2020, n. 34 e ai lavoratori su cui grava la cura dei figli a seguito della contrazione dei servizi dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia, senza alcuna giornata da rendere in presenza.
Comunque, per il restante personale in modalità di lavoro agile, il lavoro in presenza non può essere superiore a due giornate a settimana, almeno sino alla fine dell’emergenza, come prescritto dalle vigenti norme.
Urgente è anche rimodulare la fascia oraria di ingresso dalle 7 alle 11, così come da proposta a livello territoriale dalla scrivente O.S., al fine di evitare compresenze negli uffici e l’utilizzo dei mezzi pubblici negli orari di maggiore affollamento fermo restando il rispetto dell’orario di lavoro.
La scrivente OS USB PI Coordinamento Ministero Interno, per i motivi sin qui esposti, pertanto
CHIEDE
ancora una volta di evitare insensate iniziative unilaterali da parte di quei dirigenti che si ostinano a non considerare realmente indifferibile il diritto alla salute del personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno.
Certi che le nostre osservazioni saranno ritenute considerevoli delle dovute attenzioni.
USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale Ministero Interno