INCONTRO CON IL SOTTOSEGRETARIO ON.LE GIAMPIERO BOCCI

USB HA CHIESTO IL RITIRO DELLO SCHEMA DI DECRETO DEL PRESIDENTE RECANTE IL “REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE DEL MINISTERO INTERNO”

Roma -

Il 30 settembre alle ore 16,30 al Ministero si è tenuto l’incontro con il Sottosegretario On.le Bocci, il Capo di Gabinetto Prefetto Lamorgese e il Capo Dipartimento Politiche del personale Civile Prefetto Varratta, questa volta – dopo tre anni – per discutere su un documento “ufficiale” che il sottosegretario ha definito un provvedimento ben articolato non solo nei numeri ma anche nel contenuto, e dove il ruolo e la centralità della Prefettura viene consolidato, confermando anche l’inamovibilità della Legge 121/81. Ha aggiunto che seguiranno altri incontri, in quanto c’è bisogno di tempo e di spazio da dedicare ad ogni intervento costruttivo, prima delle determinazioni definitive. E’ intervenuta Il Capo di Gabinetto, per riferire alle OO.SS. presenti che l’Amministrazione ha preso un impegno con il Ministro Madia che con il DDL 124/2015 e i suoi futuri decreti attuativi puntano alla complessiva riorganizzazione dello Stato sul territorio (UTS). La USB P.I. Interno è intervenuta mostrando la piena contrarietà al documento chiedendo il suo immediato ritiro, apparso avventato e disorganico, fino a confliggere in modo netto con gli indirizzi indicati nell’art. 8 della Legge Madia. Il Ministero, incaricato della tutela dei servizi e della sicurezza sui territori, non è stato in grado di contrastare con motivazioni efficaci la scelta del Governo. La USB ha definito il documento dell’Amministrazione un provvedimento anacronistico rispetto a un Paese che vuol far crescere e valorizzare il proprio territorio, mettendo a rischio la coesione sociale, il lavoro e le problematiche sul fenomeno dell’immigrazione, proprio nel momento in cui l’emergenza chiede una maggiore presenza dello Stato. Nessuna chiarezza c’è stata sul perché di tali scelte: si cambia in peggio per i 1300 lavoratori -con un’età media che supera i 50 anni e una retribuzione misera “bloccata” da sei anni- in servizio nelle 23 prefetture situate in un territorio critico a rischio frane e allagamenti, oltre che per i cittadini, in quanto tale riorganizzazione servirà solo per generare alti costi in termini sociali. Con questo arretramento dello Stato, infatti, si privano i cittadini di un fondamentale punto di riferimento sul territorio: Prefetture, Questure e Comando provinciale Vigili del fuoco. Il Capo di Gabinetto, è intervenuta per respingere le contrarietà della USB, cercando di giustificare l’operato e l’intervento dell’Amministrazione, che ha dovuto subire quanto è stato deciso dalla politica. Siamo in presenza, allora, di una classe politica che vuole imporre le proprie idee, in modo assoluto, travolgendo tutti i diritti, le persone, le donne, i bambini e gli anziani. I lavoratori delle prefetture, però, non sono merce o mobili di arredo utili per gli edifici coinvolti. L’unica preoccupazione per l’Amministrazione sembra essere soltanto quella di presentare agli organismi della politica, la “semplice” dicitura SENTITE LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI. Le soluzioni sulle problematiche reali del benessere del personale è venuto meno, e tutto il contesto dell’incontro ha assunto una dimensione “subalterna” rispetto a quanto è stato già deciso IN ALTO dalla politica con alcune OO.SS. collaterali, che anche durante questo incontro, seppure tutte contrapposte al documento, qualcuna, ha riferito di non essere contraria ad eliminare qualche Prefettura. USB P.I., non è dello stesso avviso e chiede il ritiro del documento, perché sopprimere uffici importanti come la Prefettura, o ridimensionarne sensibilmente altri, comporterà soltanto lo stravolgimento di oltre 1300 lavoratori con le rispettive famiglie ed enormi disagi ai cittadini.

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Roma, 2 ottobre 2015 U.S.B. P.I. - Coordinamento Nazionale Ministero Interno