REGOLE NON RISPETTATE DAI DIRIGENTI SUL CONTRATTO E SULLA PROCEDURA DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE MA SI FIRMA E SI DIVIDONO I DIPENDENTI DEL MINISTERO INTERNO IN BUONI (5.700) E CATTIVI (12.700) AI DANNI DEL SISTEMA LA BEFFA DELLE PROGRESSIONI ECONOMICHE

Roma -

 

 

REGOLE NON RISPETTATE DAI DIRIGENTI SUL CONTRATTO E SULLA PROCEDURA DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE MA SI FIRMA E SI DIVIDONO I DIPENDENTI DEL MINISTERO INTERNO IN BUONI (5.700) E CATTIVI (12.700) AI DANNI DEL SISTEMA LA BEFFA DELLE PROGRESSIONI ECONOMICHE CON CONSEGUENZE SULLE CARRIERE E CONTENZIOSI

 

 

In materia di “Responsabilità” e rispetto del quadro normativo di riferimento al sistema di valutazione, che impone la “misurazione dell’azione amministrativa”, la Corte dei Conti con la sentenza nr. 71 del 6/2/2018 ha disposto la condanna di un dirigente per omessa applicazione della procedura della valutazione, perché l’assegnazione degli obiettivi da raggiungere è avvenuta senza stabilire i criteri/indicatori e per di più, il riconoscimento dei risultati raggiunti ha avuto luogo secondo modalità autoreferenziali, senza basarsi sui riscontri effettivi. Dello stesso avviso anche il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro e il vigente Contratto Integrativo del Ministero dell’Interno, che fissano regole ed obblighi che i dirigenti devono rispettare nell’ambito della procedura della valutazione, assicurando ai propri collaboratori la notifica dei criteri/indicatori prima del periodo a cui si riferisce la valutazione, nonché la verifica dei risultati conseguiti. Anche la stessa Funzione Pubblica nel 2017 (anno di riferimento dell’attuale valutazione al M.I.) ha diramato le linee guida e gli obblighi normativi di riferimento all’amministrazione e ai dirigenti in merito al corretto svolgimento delle funzioni di programmazione, misurazione, valutazione e rendicontazione della performance e del sistema di valutazione. Finanche lo stesso Collegio di Conciliazione presieduto dal Capo dell’Ispettorato Generale di Amministrazione, nella seduta del 3  ottobre  2018 con  la USB intervenuta  sugli assurdi giudizi dei dirigenti valutatori,  constatava e ammetteva tutti  i “buchi  e opacità” nell’applicazione del sistema di valutazione, decidendo, dopo aver “preso atto di quanto risulta agli atti” dei fascicoli dei ricorrenti, di NON intervenire sulle modalità autoreferenziali, -nei punteggi e nei giudizi-, dei loro stessi colleghi di prima e seconda valutazione, i quali, così come ampiamente dichiarato innanzi, hanno operato in totale disapplicazione della legge e delle normative contrattuali indicate nel sistema di valutazione.

 

Dulcis in fundo, anche il Ministro della Pubblica Amministrazione, in una intervista di qualche giorno fa, durante un reportage in tv dal titolo “burocrazia al potere”, ha parlato della dirigenza e delle loro performance “non realistiche”, in quanto, diversamente dai propri collaboratori, e solo perché raggiungono obiettivi banali e del tutto generici che loro stessi hanno fissato (auto-valutazione), percepiscono tutti il giudizio massimo dell’eccellenza.

 

Chi sono i fannulloni???

E    c h i    g l i    i n c a p a c i    ???

 

Peccato però, che malgrado tutto ciò, l’amministrazione e i soliti sindacati confortevoli, in violazione al principio giuridico universale del diritto e a quello dell’obbligo di osservanza di tutte le norme e leggi vigenti, nei primi giorni del mese di ottobre 2018, hanno FIRMATO, approvando con scarsa conoscenza e larga autoreferenzialità, l’accordo sulle progressioni economiche fondato sulla valutazione 2017 e ribadendo, così, non solo il sistema di valutazione, ma incidendo in modo significativo anche sulle progressioni di carriera dei lavoratori. Le stesse organizzazioni sindacali sottoscrittrici di tali accordi, qualche giorno fa, con un comunicato unitario hanno convenuto sulla omessa attribuzione dei criteri di misurazione da parte del personale dirigente e sulla arbitrarietà delle loro certificazioni (scheda di valutazione) sui risultati conseguiti dal personale non dirigente.

 

In altre parole, al Ministero Interno, formazione, collaborazione organizzativa e benessere  del clima  lavorativo risultano  “mai pervenute”, mentre grazie  a incapacità e assuefazione da connivenza, si FIRMA tutto per somministrare una continua competizione, fomentando la guerra non dichiarata, ma sempre praticata, tra  i poveri (lavoratori), affinché tutto  debba accadere secondo contesa tra questi ultimi, escludendo però da regole - sanzioni e obblighi di norme contrattuali, tutto il personale dirigente, al quale si conferisce e conclama lo status di “Casta”, rafforzato grazie alle firme su contratti e accordi di varia natura.

 

USB Interno, però, a proposito di obblighi e doveri universali del quadro normativo, non intende cedere, e “mette alla prova” anche l’O.I.V. -Organismo Indipendente di Valutazione- in merito alle modifiche imposte dalla Funzione Pubblica nel decreto nr. 74 del 2017. Un decreto in cui viene enfatizzato il ruolo degli O.I.V. rispetto al contesto normativo di origine, prevedendo un PARERE VINCOLANTE sulla CORRETTEZZA metodologica dell’applicazione del sistema di misurazione e valutazione, nonché sui sistemi di controllo e di verifica dei risultati ottenuti.

 

Nella  contesa  tra  poveri,  però,  tutti i 12.700  colleghi sfiduciati  e discriminati  dal sistema di valutazione prima, e dalle progressioni economiche dopo, non saranno da soli a lottare contro la squallida e iniqua connivenza: USB Interno, da sempre contrapposta alla frammentazione del personale dell’amministrazione civile, ha sempre connesso tutti i lavoratori, compresi quelli a tempo determinato, ai quali, nonostante le norme tutt’ora in vigore riconoscano l’anzianità di servizio sia al personale già stabilizzato che a quello da stabilizzare (2 gennaio 2019), il Ministero, perpetrando l’ennesimo abuso del diritto, ha inibito persino l’accesso alla compilazione on-line della domanda di candidatura alle progressioni economiche 2018.

 

In materia di principio di uguaglianza, della parità dei rapporti di lavoro, di divieto di discriminazione sui luoghi di lavoro e di rispetto universale delle leggi il cui obbligo sussiste soprattutto da parte dei dirigenti del Ministero dell’Interno, una feroce lotta di massa attende i lavoratori e il sindacato USB.

 

Solamente facendo cadere tutto il sistema malsano di connivenze e inefficienze, mettendo al centro dell’attenzione il rispetto e la dignità del personale dell’amministrazione civile dell’interno, si potrà costituire una base evolutiva della amministrazione dell’interno.

 

Solamente lo sforzo di una partecipazione attiva e unita sarà in grado di sviluppare un’opportunità tanto per l’amministrazione quanto per tutti i lavoratori e i destinatari dei servizi.

Roma, 22/10/2018