art.36 Legge 121 del 1 Aprile 1981 ... 37 anni dopo

Roma -

 

Legge 1 Aprile 1981, n. 121   Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 10 aprile 1981, n. 100.
Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della pubblica sicurezza.

CAPO III - Ordinamento del personale

Articolo 36. Ordinamento del personale 1. Il Governo della Repubblica è delegato ad emanare, entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti aventi valore di legge ordinaria …“…All'espletamento delle funzioni di carattere istituzionale si provvede con personale appartenente ai ruoli dell'Amministrazione della pubblica sicurezza. Allo espletamento delle funzioni di carattere amministrativo, contabile e patrimoniale, nonché delle mansioni esecutive non di carattere tecnico ed operaie si provvede con personale appartenente ai ruoli dell'Amministrazione civile dell'interno:…”;

 

 

                 Roma, 24/01/2018

 

Al Ministro dell’Interno On.le Marco Minniti

 

Al Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli

 

Al Capo Dipartimento per le Politiche del personale dell'amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie Prefetto Luigi Varratta

 

In riferimento alla convocazione Prot. n. OM/7701/2/3516 datata 22 dicembre 2017, con oggetto “Art. 36 legge 121/1981, comma 1 lett. I) – Protocollo d’Intesa tra l’Amministrazione dell’Interno e le OO.SS. rappresentative del personale civile del Comparto Funzioni Centrali.”, prevista per il giorno 16 gennaio p.v. e successivamente rinviata al 24.01.2018, presieduta dall’On.le Gianpiero Bocci, si rappresentano le osservazioni e le proposte che seguono.

 

È necessario premettere che la Legge 1 aprile 1981, n. 121 “Nuovo ordinamento dell’Amministrazione della pubblica sicurezza.” (G.U. n. 100 del 10 aprile 1981, Supplemento Ordinario) è stata approvata dal Parlamento e promulgata dal Presidente della Repubblica. Con la norma richiamata sono stati prescritti i seguenti principi – senza ombra di dubbi o interpretazioni lasciate alla misericordia altrui:

 

·         art. 1: “Il Ministro dell'interno è responsabile della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica ed è autorità nazionale di pubblica sicurezza. Ha l'alta direzione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica e coordina in materia i compiti e le attività delle forze di polizia. Il Ministro dell'interno adotta i provvedimenti per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Restano ferme le competenze del Consiglio dei ministri previste dalle leggi vigenti.”;

·         art. 4: “il dipartimento della pubblica sicurezza che provvede, secondo le direttive e gli ordini del Ministro dell'interno: ... 3) alla direzione e amministrazione della Polizia di Stato;     4) alla direzione e gestione dei supporti tecnici, anche per le esigenze generali del Ministero dell'interno.”;

·         art. 5: “ L'ufficio centrale ispettivo, su richiesta del Ministro o del direttore generale, ha il compito di verificare l'esecuzione degli ordini e delle direttive del Ministro e del direttore generale; riferire sulla attività svolta dagli uffici ed organi periferici dell'Amministrazione della pubblica sicurezza; verificare l'efficienza dei servizi e la corretta gestione patrimoniale e contabile. …”;

·         art. 6: “…Per l'espletamento delle funzioni predette è assegnato, secondo criteri di competenza tecnico-professionale, personale appartenente ai ruoli della Polizia di Stato e ai ruoli dell'Amministrazione civile dell'interno, …”;

·         art. 13: “…Il prefetto è autorità provinciale di pubblica sicurezza. Il prefetto ha la responsabilità generale dell'ordine e della sicurezza pubblica nella provincia e sovraintende all'attuazione delle direttive emanate in materia. …”;

·         art. 19: “   Il Comitato deve esprimersi: … d) sulla pianificazione dei servizi logistici e amministrativi di carattere comune alle forze di polizia;…”;

·         art. 24: “Compiti istituzionali della Polizia di Stato …”;

 

·         art. 25: “   La Polizia di Stato espleta i servizi di istituto con personale maschile e femminile…”;

·         art. 36: “…All'espletamento delle funzioni di carattere istituzionale si provvede con personale appartenente ai ruoli dell'Amministrazione della pubblica sicurezza. Allo espletamento delle funzioni di carattere amministrativo, contabile e patrimoniale, nonché delle mansioni esecutive non di carattere tecnico ed operaie si provvede con personale appartenente ai ruoli dell'Amministrazione civile dell'interno:…”;

 

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la bozza del protocollo è invece consultabile qui

 

 

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Al

Capo Dipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione Civile e per le Risorse Strumentali e Finanziarie - Prefetto Luigi Varratta

 

e, p.c. e per quanto di competenza

Al

Ministro dell’Interno

On.le Marco Minniti

 

 

Al

Capo della Polizia

Prefetto Franco Gabrielli

 

 

Oggetto: Art. 36 legge 121/1981, comma 1 lett. I) – Protocollo d’intesa tra l’Amministrazione dell’Interno e le OO.SS. rappresentative del personale (n.d.r.: dell’Amministrazione) civile (n.d.r.: dell’Interno) del Comparto Funzioni Centrali.

 

Con la presente si accusa ricevuta della nota Prot. n. OM. 7701/A-258 datata 26.01.2018, relativa all’oggetto (integrato dalla scrivente con le “imprecisioni” in parentesi), con il chiarimento che la “data 24 gennaio u.s.” è in realtà un mero refuso, in quanto la nota in riferimento è stata inoltrata il giorno 23.01.2018 alle ore 16:35:56 ai seguenti indirizzi:

Si evidenzia che la convocazione era per la firma di un “Protocollo d’intesa” per il quale questa O.S. aveva provveduto a proporre e segnalare correzioni e integrazioni da apportare. Invece questa O.S., al tavolo del 24.01.2018 presieduto dal sottosegretario di stato On.le Bocci ha “trovato” -prima ancora di sedersi- già collocato sul tavolo una nuova “bozza” di documento, con scritte marcate a colori o con righe di cancellature. Una procedura che si concretizza in un comportamento antisindacale, in quanto all’USB Interno non è stata trasmessa, nei dovuti tempi, la nuova bozza di protocollo impedendo la conoscenza effettiva di tale documento e impedendo altresì non solo di esaminarlo, ma anche di procedere ad una valutazione approfondita.

 

Tale comportamento, ormai divenuto usuale nel Ministero dell’Interno è inosservante della norma sotto il profilo della trasparenza, dell’imparzialità, della pubblicità e anche dell’economicità ed adeguata efficacia del risultato, perché di fatto non consente l’effettiva partecipazione della scrivente O.S., verso la quale traspare una smania di offendere con la nota di cui si accusa ricevuta e nella quale appaiono motivazioni di prevaricazione che nulla hanno a che vedere con quanto “denunciato” dall’USB Interno. Tali motivazioni celano una sorta di un illusorio comfort in cui codesta Amministrazione e i responsabili sembrano adagiati, fingendo di voler ignorare il problema, pur sottoscrivendo quanto dichiarato nella stessa nota.

Resta comunque il fatto che il documento “trovato” sul tavolo, già dall’intestazione, appare scritto con superficialità e scarsa considerazione, sicuramente dovuta a insufficiente conoscenza ed  ignoranza del personale e della centralità dello stesso, troppo spesso manifestata nei confronti del Personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno, che in ambito PS viene invece definito (con disprezzo?) personale civile!

 

A livello istituzionale e/o cerimoniale, molto spesso il personale dell’amministrazione civile dell’interno non è mai stato ringraziato e menzionato per la propria professionalità e il lavoro svolto. Precisamente, ancora oggi e per la prima volta, nonostante un sottosegretario di stato sia stato incaricato di “governare” tale fenomeno trascurato da più di 30 anni, con buon senso e rispetto del ruolo dell’amministrazione civile dell’interno in servizio presso gli uffici di PS, con sorpresa della scrivente O.S., accoglie con l’amministrazione la richiesta di tavoli separati, esaspera i particolarismi, svuota di significato la competenza e la fondamentale preparazione del personale dell’amministrazione civile del nostro Ministero, e divide in pezzi “separati e inutilizzabili” la volontà del legislatore, interpretando una legge desiderata del 1981, ma mai applicata!

 

Nel ribadire quanto inviato tramite PEC, la scrivente pone in risalto che il personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno è stato inserito in un contesto “Polizia di Stato”, dove, oltre alle proprie funzioni (tipiche del CCNL di riferimento) ha dovuto di fatto svolgere “competenze personali” non prevedibili e non inseribili in un CCNL di Comparto Ministeri (o Funzioni Centrali), ovvero competenze aggiuntive che hanno consentito di superare tutti i “disagi” tipici di quei particolari posti di lavoro, anche con maltrattamenti e soverchierie note da troppi anni, ingiustizie e screzi. Competenze personali ed esperienze che vanno sicuramente sommate alla professionalità acquisita e per le quali spettava e spetta una adeguata retribuzione economica, ovvero quella famosa indennità di PS di cui al vigente art. 43 della legge n. 121/1981.

Compenso del quale si preferisce non parlare, non trattare e non pagare, e infatti l’argomento non viene inserito in un accordo che dovrebbe sottoscrivere solo il Ministro, il Capo della Polizia ed il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Civile dell’Interno.

Meglio NON FARE, meglio non compromettere gli interessi dell’Amministrazione, meglio risolvere i problemi di quest’ultima e dei lavoratori più importanti (Prefettizi e forse Polizia di Stato) piuttosto che quelli dei “civili”. Problemi che ancora una volta si preferisce rinviare a dopo le elezioni, con un documento pieno di errori e invenzioni, con il quale il problema (non certo le soluzioni) viene lasciato nelle mani dei vincitori con una ulteriore scadenza che altro non è che una cattiva gestione del personale e scarsa attenzione al benessere organizzativo: 31 dicembre 2018.

USB Interno confessa la propria curiosità di vedere chi è che con uno scorretto e improprio “Protocollo d’intesa” intende tirare fuori dai guai e dalle responsabilità una Amministrazione che da ben 37 anni non ha rispettato e non intende rispettare, dichiaratamente e fino al 31 dicembre 2018, una legge dello Stato.

 

Roma, 27 gennaio 2018

USB P.I. – Coordinamento Nazionale Ministero Interno

 

 

 

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Al

Ministro dell’Interno

On.le Marco Minniti

 

 

Al

Capo della Polizia

Prefetto Franco Gabrielli

 

 

Al

Capo Dipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione

Civile e per le Risorse Strumentali e Finanziarie

Prefetto Luigi Varratta

 

Oggetto: Art. 36 legge 121/1981, comma 1 lett. I) – Protocollo d’intesa tra l’Amministrazione dell’Interno e le OO.SS. rappresentative del personale (n.d.r.: dell’Amministrazione) civile (n.d.r.: dell’Interno) del Comparto Funzioni Centrali. – SOLLECITO.

 

Con propria nota inviata tramite PEC in data 23.01.2018 e, per mero refuso, datata 24.01.2018, sono state presentate le proprie osservazioni, contestazioni, proposte e richieste relative all’oggetto. In riscontro nulla è stato fornito al tavolo del 24.01.2018 e, in data 26.01.2018 (Prot. n. OM. 7701/A-258) è stato inviato uno scadente riscontro privo di trasparenza ma anche di documentazione giustificativa di quanto dichiarato dal firmatario.

 

Nel ribadire i contenuti della propria nota, si sollecita il riscontro delle seguenti richieste in essa contenute, che prescindono da qualsiasi “sanatoria” o protocolli d’intesa “liberatori”:

·         è stato attivato l’Ufficio centrale ispettivo per verificare l'efficienza dei servizi e la corretta gestione patrimoniale e contabile, ai sensi dell’art. 5 della legge 121/81?

·         L’Amministrazione è a conoscenza del reale fabbisogno di personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno, da impiegare legittimamente in compiti amministrativi, patrimoniali e contabili in Uffici di P:S:, ai sensi dell’art. 36 della legge 121/81?

·         Il Ministro dell’Interno ed il Capo della Polizia hanno formalizzato accertamenti di responsabilità e individuazione dei responsabili che hanno tollerato e quindi consentito ripetute e continue violazioni degli artt. 5, 6, 13, 24, 25, 36, 43, 67, 78 e dell’obbligo, a chiunque spetti di osservare e fare osservare la Legge 121/1981 come legge dello Stato?

·         Il Ministro dell’Interno ed il Capo della Polizia hanno attivato l’Ufficio centrale ispettivo, ai sensi dell’art. 5 della legge 121/81, per verificare l’esatta esecuzione della Direttiva (N. 15005/31 (1) /Sett. 1° datata 14 luglio 1997) del Ministro Giorgio Napolitano?

·         I singoli Prefetti e Questori hanno svolto le proprie attività in ordine alla Direttiva, di cui al punto che precede?

·         La delega della Prefettura di Roma alla Questura di Roma in materia di porto d’armi, è una delega “all’infinito” oppure è soggetta a rinnovo?

·         Il Ministro dell’Interno ed il capo della Polizia ritengono che nel contesto P.S. il personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno, oltre ai compiti previsti dal proprio CCNL di Comparto, svolgano anche “competenze personali” non prevedibili e non inseribili in un CCNL di Comparto, competenze aggiuntive per le quali spettava e spetti una giusta retribuzione?

 

·         Il Ministro dell’Interno vuole ora applicare l’art. 36 della legge 121/1981, o preferisce NON FARE e continuare a giudicare responsabilità e responsabili, come se nulla sia accaduto nell’arco di 37 anni, nascondendo tutto dietro a un “Protocollo d’intesa”?

 

 

Roma, 29 gennaio 2018

USB P.I. Coordinamento Nazionale Ministero Interno